Il contrasto al climate change è una responsabilità globale. Quali sono le misure intraprese da istituzioni, imprese e città?
News del 17-03-2022
Gli effetti del cambiamento climatico stanno danneggiando economicamente le aziende. Il contrasto al climate change è un dovere di tutti, non solo delle istituzioni; anche le imprese e le città devono agire in modo responsabile attuando pratiche sostenibili allineate agli obiettivi dell’Unione europea. L’Osservatorio Climate Finance ha esaminato l’andamento di 1.154.000 imprese nel periodo che va dal 2009 al 2018, al fine di identificare il legame che intercorre tra clima e fatturato aziendale. Vediamo cosa è emerso dall’analisi e come intervengono le imprese e le città nella mitigazione ai cambiamenti climatici.
L’analisi dell’Osservatorio Climate Finance della School of Management del Politecnico di Milano è stata condotta mettendo a confronto i dati provenienti dal settore imprenditoriale nazionale ed europeo con le informazioni meteorologiche; sono state esaminate più di 22 milioni di imprese europee e oltre un milione di aziende italiane; le informazioni sono state incrociate con i dati climatici a frequenza giornaliera.
Il Climate Finance ha rilevato un calo delle performance nel settore imprenditoriale italiano pari al 5,8% del fatturato e del 3,4% della redditività, più pesante nel caso delle piccole imprese.
Il ramo delle costruzioni risulta essere quello più colpito; a seguire il settore finanziario e quello estrattivo. Il commercio al dettaglio, il ramo immobiliare e quello manifatturiero hanno subito un calo più moderato del fatturato e della marginalità; quelli meno colpiti dall’emergenza ambientale risultano i mercati dell’agricoltura, del turismo e dei trasporti.
Tra le aree più danneggiate vi sono quelle del Centro e del Nord-Est.
La sostenibilità, intesa nelle sue tre accezioni, ambientale, sociale ed economica è gestita in maniera diversa in Europa e nei restanti Paesi del mondo.
L’Ue ha introdotto un pacchetto di misure con cui le istituzioni europee rispondono ai criteri di sostenibilità in modo allineato: la legge europea sul clima (Climate Law) e la tassonomia; entrambe permettono di identificare interventi, in diversi settori, in grado di stimolare e incoraggiare azioni per la mitigazione ai cambiamenti climatici, evitando attività che hanno un impatto negativo sull’ambiente.
Il D. Lgs.254/2016 ha reso obbligatoria la pubblicazione della dichiarazione non finanziaria per una specifica tipologia di imprese, consentendo di misurare le proprie performance, gli obiettivi raggiunti e quelli futuri, comunicando al mercato e agli investitori la sostenibilità aziendale in linea con i criteri ESG.
Le imprese sono molto esposte ai cambiamenti climatici; ecco il motivo per cui è diventato fondamentale includere nella valutazione del rischio i fattori ESG e quelli legati alla transizione energetica.
ESMA (Autorità Europea degli Strumenti Finanziari e dei Mercati), EBA (Autorità Bancaria Europea) e EIOPA (Autorità Europea delle Assicurazioni e delle Pensioni aziendali e Professionali) hanno identificato strumenti e metriche in grado di misurare i rischi climatici correlati alla gestione dei portafogli. A tal proposito la BCE (Banca centrale europea) ha rilevato come i costi impiegati per una strategia di contrasto al climate change risultano essere inferiori rispetto alle imprese che non agiscono in alcun modo.
Le città ricoprono un ruolo determinante nel ridurre e limitare gli effetti negativi del climate change; ciò sia per quanto riguarda la mitigazione sia l’adattamento ai cambiamenti climatici.
Il Patto dei Sindaci è il movimento globale delle città per le azioni a favore del clima e dell’energia; lanciato nel 2008 in Europa, oggi conta più di 7.000 enti locali e regionali in 57 Paesi. L’obiettivo dei firmatari è riuscire ad accelerare la decarbonizzazione.
Le azioni migliorative da intraprendere sono riportate nel Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima; gli obiettivi raggiunti sono presentati in una relazione di monitoraggio e ogni quattro anni viene aggiornato l’inventario delle emissioni per verificare i progressi fatti in merito alla riduzione delle emissioni di gas serra e il consumo di energia.
Le aziende stanno comprendendo sempre di più la necessità di monitorare la sostenibilità dell’intera filiera, sensibilizzandola se necessario; soprattutto sono sempre più consapevoli di quanto sia importante misurare quanto impattano le proprie attività e i propri prodotti sul pianeta.
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